Ma che ci faccio ancora qui, in preda
al sonno?
Gli occhi mi si chiudono e gli
sbadigli si succedono incessanti.
Ero entrato per una puntatina veloce
alla roulette e, come sempre, non son più riuscito a staccare gli occhi da
quella pallina che gira gira gira ed infine si incasella sempre e solo nel
numero sbagliato, facendosi beffa dei miei sogni e portandosi via il mio denaro.
Eppure che fascino luciferino ha il
gioco! Ti irretisce inesorabilmente e ti stritola; un po’ come quelle storie
d’amore maledette che d’amore hanno ben poco mentre grondano di ossessione e
voglie…
Al tavolo vicino giocano a carte: blackjack,
credo, o baccarat, e a quello dopo ai dadi. Io, invece, sempre e solo roulette.
L’attenzione ossessiva, il fiato
sospeso, l’attesa vigile che si respira attorno ai croupiers sono però gli
stessi che permeano l’intera ‘giostra’.
“Tre, rosso.” La voce del ‘cerimoniere’
invade lo spazio. Facce deluse, la mia compresa.
Mi sfrego gli occhi, rimetto gli
occhiali e mi avvio stancamente verso l’uscita.
La notte, anche stanotte, sta
esaurendosi e anche stanotte ho sconfitto, almeno per un poco, la tua assenza.
Milano, 21 agosto 2012