martedì 25 settembre 2012

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Ci aveva pensato tantissimo e aveva dedotto che per lui si era trattato esclusivamente di un divertente intermezzo (anche se la definizione era impropria): niente di impegnativo, che lasciava il tempo che trovava,  che non richiedeva alcun coinvolgimento, che poteva essere abbandonato o, a piacere, ripreso in ogni momento o negli attimi di noia. insomma un passatempo: c’è chi fa le parole crociate, chi legge, chi guarda la tv… lui preferiva un interlocutore, meglio se femmina! Era stata lei e lei sola a voler credere che si trattasse di qualcos’altro… in effetti non aveva niente da rimproverargli, poteva solo rimpiangere e piangere il suo sogno.
Non cercai parole per consolarla, era da lei che doveva venire la spinta razionale per lenire il dolore: qualsiasi cosa avessi potuto dirle sarebbe stata unicamente un tentativo inutile, forse rozzo, di penetrare in un mondo estraneo al mio intendere. quindi le sorrisi, cercando di farle sentire tutto il calore del mio affetto: nessun rimedio, nessun giudizio, solo la nostra solida e ‘vecchia’ amicizia.
A quel punto ci alzammo e uscimmo dal locale, non c’era altro da aggiungere! un nuovo abbraccio con la rinnovata promessa di non perderci di vista, di ritrovarci presto.  Rimasi ferma per un po’ a guardare la sua figura allontanarsi ma poi la persi, confusa tra la gente; così mi girai nell’opposta direzione, raddrizzai le spalle e la testa, e mi avviai di buon passo…
 
Milano, 8 settembre 2012

sabato 22 settembre 2012

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da allora si trascinava contando i giorni, aggrappata alla speranza di un contatto, di notizie. 
troppo doloroso l’affronto subito per esser lei a cercarlo.
e pensare che tutto era partito per gioco. che stupida! aveva creduto di prenderlo in giro bonariamente, di fare uno scherzo innocuo e come nelle tragedie/farse tutto si era invece ritorto contro di lei. poteva essere soddisfatta: aveva ottenuto il massimo col minimo sforzo! cosa poteva averla spinta a saggiare ‘la solidità’ di un rapporto così effimero? cosa si era creduta, che castelli si era costruita? nemmeno di fronte ad un impegno così da poco lui aveva rinunciato per favorirla… stupida stupida stupida!
Le strinsi il braccio: capivo. a volte succede di ferirsi senza volere, capita persino di sapere che ci si ritroverà disperati ma di non riuscire a fermare il disastro - anzi di scapicollarsi incontro ad esso!
“E adesso, cosa intendi fare?” chiesi sommessamente. “Che vuoi che faccia? Nulla! non posso fare altro che aspettare e aspettare… sperando che passi tutto in fretta.”  

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sabato 8 settembre 2012

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finalmente un sms: no, non potevano vedersi, le aveva già detto di quell’impegno e non intendeva venirne meno. Credendo di continuare il gioco l’aveva allora chiamato. Il suo tono era stato gelido: non insistesse, si sarebbe incontrato con i compagni di spinning. Lei aveva ribadito, la voce ridente: ma come, era disponibilissima ad incontrarlo entro un’ora in una libreria del centro o dove lui avesse preferito... I compagni di palestra li avrebbe visti ancora prima di Natale, le lezioni non erano terminate, loro due invece… non riteneva importante che finalmente si conoscessero di persona? Nuovo secco diniego. A questo punto ZYX si era incaponita e aveva cominciato a balbettare, pregare, sul punto di piangere. Non riusciva a crederci… come poteva rinunciare all’occasione che gli stava offrendo? Perse ogni ritegno: le sembrava mostruosa, gravissima questa sua ostinazione, questo respingerla. Aveva così continuato ad insistere (e pensare che non avrebbe potuto recarsi all’appuntamento, aveva impegni con O e ABC proprio quella sera!) ben conscia di cacciarsi in un cul de sac! E così era arrivata a dargli un ultimatum e, dietro l’ennesimo rifiuto, l’aveva insultato. Sì, non ci aveva visto più dalla rabbia e gli aveva urlato parole offensive, oltraggiose. Lui aveva chiuso il cellulare e dopo parecchi tentativi a vuoto lei si era costretta a rientrare, sconvolta, in ritardo.
Il giorno dopo c’era stato un rapido scambio di sms ingiuriosi, poi il nulla. Aveva sperato tanto che le festività mitigassero l’accaduto ma aveva atteso invano e sia Natale che l’Anno nuovo se n’erano andati senza che niente fosse intervenuto.
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