sabato 5 gennaio 2013

TACCHI



“Dove accidenti è finita la scarpa?” Sara si alzò dalla poltroncina e, allungando il piede, tastò intorno nel tentativo di recuperare le calzature che si era tolta qualche (?) minuto prima. Una era proprio lì, rovesciata, ma l’altra dove si era cacciata? 
E dove diavolo si trovava? 
Subito le fu chiaro! Ricordò di aver avuto l’intenzione di sedersi solamente per un attimo, e invece… 
“Eccola. Naaa. Ahi!” allargò il raggio d’azione della ricerca, senza esito però. Per forza, il locale era buio; la cupola posta al centro del soffitto lasciava sì passare la luce lunare ma era troppo in alto per servirle.
Si lasciò ricadere sul sedile. “Maledetti tacchi! Avrei fatto meglio a comprare delle espadrillas.” 
Ripensò all’acquisto del giorno prima: un magnifico paio di decoltées rosse, tacco 12. “Per colpire – sorrise immaginandosi nell’atto di brandire quell’arma improbabile – insomma, per far colpo su di lui!”
Già, il lui di cui trattasi era un gran bel marcantonio dagli occhi vivaci e mascella squadrata.
Possibile che fosse accaduto solo martedì alla presentazione dell’ultimo libro della Fabbri? Sembrava fosse passato molto più tempo…
Entrando concitatamente nel salone della conferenza, era andata a sbattere contro la schiena dell’uomo che si trovava proprio dietro la porta.
Quello era stato solo l’ultimo di una serie di contrattempi / disguidi che l’avevano perseguitata per tutto il giorno - ma che epilogo! … quando lui si era girato, lei era rimasta istupidita a guardarlo, fulminata!
“Mi scusi, sono mortificata!” ed era entrata imbarazzatissima. 
Durante il rinfresco che era seguito se l’era trovato spesso di fronte, sorridente. Qualche frase di circostanza e poi, inatteso, l’invito: “Venerdì sarò a Verona, per lavoro, ma verso le sette dovrei aver concluso. Ore venti, davanti all’Arena… ci vieni? ”
Ed ora eccola lì, in una città sconosciuta, in una sala d’attesa deserta, sola come un cane, con le caviglie gonfie, ad aspettare il mattino.
Perso anche l’ultimo treno, così come perso un bel tocchetto di autostima: lui non si era presentato all’appuntamento e lei aveva girovagato per ore dandosi della scema per essere venuta fin lì.
Nella vicenda però c’era anche un aspetto positivo: senza quest’occasione non si sarebbe mai comprata quelle scarpe, e non avrebbe mai saputo che i tacchi alti non erano per nulla il suo genere!
                                                                                                                                              Milano, 03 ottobre 2012