Non riusciva a ricordare molto di quella
serata: le parole scambiate con marito e figlia, sconclusionate, erano solo
pronunciate dalla sua bocca: lei, dentro quell’altra, aveva continuato a sanguinare
– persa nell’immagine di lui con la sua compagna. Dio quanto la odiava… e
quanto odiava anche lui… malgrado il forsennato desiderio di incollarglisi
addosso!
Poi, lentamente, con la consapevolezza
del suo nuovo stato, era giunta l’accettazione del sentimento d’amore e la
spasmodica necessità di non pensarlo ininterrottamente.
Sapeva bene che niente avrebbe potuto
accadere tra loro: troppa la differenza di età, troppo poca (riteneva) la
propria ‘avvenenza’, ma ciò nonostante…
I giorni avevano preso a passare nella
continua aspettativa di un contatto. Temeva / sperava di ritrovarselo davanti
una sera, all’uscita dal lavoro: una macchina le si sarebbe accostata e dentro
lui, venuto finalmente a conoscerla… e allora sì che tutto avrebbe potuto
accadere! Ma le stava bene anche una telefonata, una mail, un sms.
Si rendeva conto della follia dei suoi
castelli in aria, pure si crogiolava nell’idea di andare a vivere con lui, di
organizzargli la casa, di accudirlo, di diventare la sua compagna/confidente/amata.
E già era disposta ad abbandonare sia l’uomo magnifico che condivideva la sua
vita che la sua adorata figlia – tanto ormai era grande e non aveva più bisogno
di lei.
In questo delirio di speranza, paura e
attesa viveva sospesa in un limbo di confusione, altalenando felicità pura a
profonda disperazione…
segue...
Ciao grazie di essere passata e ti auguro una buona giornata e continuazione nella settimana.
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